Artisti sovversivi

George Bernard Shaw – scrittore, drammaturgo, linguista e critico musicale – diceva che «La cose più belle della vita o sono immorali, o sono illegali, oppure fanno ingrassare.» Aveva trascurato di aggiungere che sono anche pericolosamente sovversive. Niente paura: c’è chi ha rimediato.

«Susanna Ceccardi, attualmente europarlamentare ed ex sindaca del comune di Cascina, si era fatta notare in passato, quando si trovava all’opposizione nel suo comune, per una affermazione discutibile su una delle canzoni più celebri degli ultimi decenni, Imagine di John Lennon. “È una canzone marxista”, aveva detto opponendosi all’allora sindaco, che aveva consigliato di cantare quella canzone nelle scuole primarie in luogo delle tradizionali melodie natalizie.

Un aneddoto che è stato rievocato da Luca Telese e David Parenzo nel corso della trasmissione In Onda, partita la scorsa settimana su La7 al posto di Otto e Mezzo. Ad introdurre l’argomento era stato proprio Telese, che rivolgendosi a Ceccardi aveva detto: “Lei era stata protagonista di una lunga polemica contro gli asili e le scuole primarie della sua cittadina perché non voleva si cantasse Imagine, di John Lennon, con un’argomentazione molto novecentesca, ovvero che si tratta di una canzone comunista”.

“È stata riportata male dai giornali – ha ribattuto Ceccardi – il post l’ho fatto quando ero all’opposizione, non quando ero sindaco. Allora il sindaco del mio comune invitò le scuole a non cantare le canzoni di Natale, ma a cantare Imagine. Fu una considerazione letteraria, visto che lo stesso John Lennon disse che si trattava di una canzone marxista e infatti le parole lo sono”. Il conduttore è quindi intervenuto, invitando ironicamente la candidata a “non usare John Lennon contro John Lennon”. La candidata leghista ha quindi improvvisato una sorta di analisi del testo di Imagine a supporto della sua tesi: “Immagina un mondo senza religione, confini, proprietà privata. Mi permisi di dire che un mondo del genere non solo era stato immaginato, ma realizzato, visto che sotto l’Unione Sovietica nessuno poteva professare la propria religione tranne che l’ateismo, senza proprietà privata che veniva considerata come un delitto…”. (da tv.fanpage.it) Grazie Susanna.

Ma grazie anche a Giorgia Meloni, che fortunatamente ha precisato che in realtà Imagine di John Lennon è “l’inno dell’omologazione mondialista”. Qualsiasi  cosa questo significhi.

A questo punto corre l’obbligo di unirci al giusto proposito di smascheramento dei pericolosi sovversivi i quali, dietro la comoda facciata dell’artista oppure (peggio) dell’intellettuale critico verso il potere, nascondono la loro vera natura.

Per esempio Vasco Rossi e la sua vita spericolata: in realtà un inno al fancazzismo.

Continuiamo con Bob Marley, che con la sua “I Shot The Sheriff” (nota soprattutto nella versione di Eric Clapton) inneggia all’omicidio indiscriminato dei rappresentanti della legge.

Che dire poi dei Rolling Stones e della loro “Sympathy For The Devil“? L’inno di una setta satanica, senza dubbio.

Non parliamo poi di Bob Dylan, che con “All Along The Watchtower” (di seguito interpretata dagli U2, ma è indimenticabile anche la versione di Jimi Hendrix) dimostra una pericolosa inclinazione per il pacifismo. Quindi forse anche per la suddetta “omologazione mondialista”. Ma non avendo capito bene cosa significhi, non ne siamo certi…

Oltre l’ironia: la sensibilità artistica delle signore Ceccardi e Meloni (e di larga parte della nostra indegna classe “dirigente” e “politica” di ogni orientamento) è allo stesso livello di uno dei tanti Povia che circolano per la penisola. Essi prosperano e speculano sul falso perbenismo di facciata dell’italiano medio, sugli “scudi fiscali”, i muri da erigere, i condoni, le prescrizioni ecc. che tanto prima o poi arrivano: vizi privati, pubbliche virtù. Nonché ipocrita, perenne indisturbata ignavia: il povero Povia ce lo meritiamo proprio tutto!

Chissà, forse anche lui un bel giorno diventerà grande e supererà gli indubbi traumi infantili che continuano a ritardarne la maturazione. Tuttavia, pur essendo triste continuare a ricordarlo, questo paese – oggi – purtroppo è proprio così:

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