San Giorgio con lucertole

I movimenti complottisti condividono molte caratteristiche con quelli religiosi: nei sostenitori di tali teorie troviamo una sorta di fede incondizionata nelle proprie convinzioni, le quali non possono essere confutate, dal momento che ogni azione per dimostrarne la falsità si trasforma nella prova dell’esistenza di un qualcosa di nascosto. Molto importante il ruolo rivestito dai social network, e in generale da Internet, i quali hanno assunto nel tempo un’importanza sempre maggiore per la circolazione di idee. Esistono molti siti web, blog e pagine social dedicate a questi temi ma il traffico che le frequenta è costituito per quasi la totalità da persone che già sostengono le teorie in questione. Ci si troverà quasi sempre all’interno delle cosiddette echo chambers (camere dell’eco), spazi virtuali creati sulle piattaforme social dall’algoritmo in cui l’utente si trova ad interagire maggiormente con altri individui che condividono le sue stesse posizioni. (dalla tesi di Laurea di Gianmaria Brizzi – Università degli Studi di Padova, 2022)

Il bene, il male

Buona parte dei viventi non si cura di definire il “bene”. In che cosa consiste, il bene? A chi lo si fa? Chi lo fa? Esiste un bene comune, applicabile a ogni uomo, a ogni razza, a ogni circostanza? Oppure il mio bene è il tuo male, e il bene del mio popolo il male del tuo? È eterno, il bene, immutabile, o forse quello che ieri era bene oggi diventa vizio, e il male di ieri è il bene di oggi? (Vasilij Grossman)

La remissività è una colpa

Rispetto al secolo scorso, nel nuovo millennio sono specialmente mutate la posizione che la letteratura occupa nella società e l’uso che della letteratura stessa fanno gli attori sociali: per milioni di lettori, niente più che un passatempo. C’è tuttavia contraddizione tra i parametri di profondità e serietà delle opere di cultura e la dimensione di superficialità e leggerezza che siamo soliti attribuire allo svago. Per esempio: la grande letteratura moderna si è spesso distinta per i propri attacchi alle magagne dell’individualità e della società borghese. Ma può un passatempo dire di no? E cosa resta, oggi, di quell’individuo, e delle sue magagne? (Gianluigi Simonetti)

Scrittori o lettori, non importa

Se siamo fortunati, non importa se scrittori o lettori, finiremo l’ultimo paio di righe di un racconto e ce ne resteremo seduti un momento o due in silenzio. Idealmente, ci metteremo a riflettere su quello che abbiamo appena scritto o letto; magari il nostro cuore e la nostra mente avranno fatto un piccolo passo in avanti rispetto a dove erano prima. La temperatura del nostro corpo sarà salita, o scesa, di un grado. Poi, dopo aver ripreso a respirare regolarmente, ci ricomporremo, non importa se scrittori o lettori, ci alzeremo e, «creature di sangue caldo e nervi», come dice un personaggio di Čechov, passeremo alla nostra prossima occupazione: la vita. Sempre la vita. (Raymond Carver)

Il tuo dolore è il mio dolore

Dal blog di Paolo Nori: “Ieri, a Libri Come ho detto che per chi, come me, è innamorato della Russia, della sua lingua straordinaria, della sua straordinaria letteratura, è stato un anno molto doloroso, reso ancora più doloroso dal fatto che il nostro dolore, rispetto al dolore vero scatenato da questa guerra orribile, non è niente, è un dolore insignificante, non vale, non conta. Alla fine un signore mi si è avvicinato mi ha detto, in russo, Ваша боль – моя боль, Il tuo dolore è il mio dolore.”

La realtà non esiste

“Non ci sono fatti, solo interpretazioni”. Contro il positivismo, per il quale ci sono solo fatti, Nietzsche replicava che no, i fatti proprio non esistono, esistono solo interpretazioni. Nessun fatto “in sé” è constatabile; sono constatabili solo fatti interpretati; e i fatti interpretati diventano spesso “fatti alternativi”, che a loro volta quasi sempre non sono fatti, ma falsità. Ne consegue, logicamente, che le verità coincidono sempre solo con il proprio comodo.

L’uomo di Porlock

Il “Kubla Khan”, o “Visione in sogno”, è un poemetto di Samuel Taylor Coleridge. Nel 1797, trovandosi in una casa di campagna tra Porlock e Linton, dopo aver assunto dell’oppio si addormentò e fece un sogno. Dopo essersi risvegliato iniziò a scrivere il poema ispirato dal sogno, ma venne interrotto dalla visita di un tale di Porlock. Questa interruzione gli fece però dimenticare il resto dei versi, così il poema non fu mai più completato.

Nonni italiani brava gente

“Famiglie! Vi odio! Focolari chiusi; porte serrate; geloso possesso della felicità”. È l’invettiva di André Gide, premio Nobel per la letteratura nel 1947, in “I nutrimenti terrestri”. Ma Gide ha scritto anche: “Credi in coloro che cercano la verità. Dubita di coloro che la trovano”. Il concetto di familismo amorale è stato introdotto da Edward C. Banfield nel 1958 per cercare di capire perché alcune comunità siano socialmente ed economicamente arretrate. Familismo perché l’individuo persegue solo l’interesse della propria famiglia nucleare, e mai quello della comunità che richiede cooperazione tra non consanguinei; a-morale perché si applicano le categorie di bene e di male solo tra familiari, e non verso gli altri individui della comunità.

Da Giotto a Metastasio a Eminem

Giotto di Bondone (nato a Colle di Vespignano nel Mugello probabilmente nel 1267) è considerato l’artista che ha rinnovato la pittura italiana, così come Dante, suo contemporaneo, è ritenuto il ‘padre’ della lingua italiana. Pietro Metastasio, pseudonimo di Pietro Antonio Domenico Bonaventura Trapassi (Roma, 3 gennaio 1698 – Vienna, 12 aprile 1782), è stato un poeta, librettista, drammaturgo e presbitero italiano. È considerato il riformatore del melodramma italiano. Eminem, pseudonimo di Marshall Bruce Mathers III (St. Joseph, 17 ottobre 1972), è un rapper, produttore discografico e attore statunitense. È considerato uno dei migliori artisti hip hop di sempre.

Il dubbio e la spocchia

Come ci dice anche l’ultimo rapporto del Censis, “è la malinconia a definire oggi il carattere degli italiani”. “Non siamo più disposti a fare sacrifici”, siamo alla spasmodica ricerca di “immunizzazioni dai rischi”, sprofondati quasi in un clima da “grande disillusione”, tutte parole dello stesso rapporto Censis, che non soltanto indicano la distanza degli italiani dallo spirito del Natale, ma inducono prepotentemente una domanda: davvero siamo ridotti così? E, se sì, come è stato possibile? (Sergio Belardinelli)