Quarantatre anni dopo

Sabato 2 agosto 1980, alle ore 10:25 una terribile esplosione, udita anche a chilometri di distanza, fece crollare un’ala della Stazione di Bologna investendo anche il treno Ancona-Basilea fermo al primo binario, nonché lo spazio esterno dedicato ai taxi. La bomba era stata posizionata all’interno della sala d’aspetto di seconda classe. Rimasero uccise 85 persone, 200 furono ferite. A distanza di 43 anni, l’orologio alla Stazione Centrale di Bologna è ancora fermo a quell’ora. Per la prima volta l’anniversario della bomba coincide con un governo guidato da una premier di destra. Quella stessa destra che annovera frange di esponenti politici che, più o meno apertamente, mettono in discussione le sentenze che indicano quali eseccutori materiali l’eversione neofascista, finanziata e coperta dalla P2 di Licio Gelli e coperta da apparati dello Stato.

Bologna, 2 agosto 1980

Un estratto dal filmato lavorato dai Vigili del Fuoco accorsi alla stazione di Bologna pochi minuti dopo l’esplosione della bomba. Immagini drammatiche che documentano la tremenda violenza dell’attentato. Il video integrale è sul sito www.stragi.it

La solita Storia

«Sapete benissimo, come noi, che nei ragionamenti umani si tiene conto della giustizia quando, tra le parti, esiste una sostanziale parità di forze. In caso diverso, i più forti esercitano il loro potere e i più deboli vi si adattano.» (Tucidide – La guerra del Peloponneso.)

Il coniglio nel cilindro

Sul Corriere della Sera del 9 ottobre 2021 Giorgia Meloni (presidente di Fratelli d’Italia) pronuncia parole abbastanza chiare per tentare di mettere una toppa sulle immagini che mostrano una destra ancora esplicitamente fascista nelle liste e negli ambienti del suo partito: “Nel dna di Fratelli d’italia non ci sono nostalgie fasciste, razziste, antisemite. Non c’è posto per nulla di tutto questo. C’è il rifiuto per ogni regime, passato, presente e futuro”. Meloni continua a dichiararsi diversa e distante dai gruppuscoli NO Green Pass che hanno messo a fuoco e fiamme Roma, poi sostiene che certamente si tratta di squadrismo, ma che la matrice non è chiara. Perché i conti con il passato, a differenza di altri, loro li avrebbero già fatti…

Vent’anni dopo

«11 settembre 2001: è il giorno in cui l’America, per la prima volta nella storia, viene attaccata dentro i suoi confini con l’azione più spettacolare mai vista. Due aerei abbattono le Torri gemelle del World Trade Center di New York, un terzo colpisce il Pentagono, mentre il quarto precipita prima di raggiungere la Casa Bianca a Washington.» Negli attentati muoiono 2977 persone. Il 17 settembre 2001 il presidente George W. Bush dichiara guerra a Osama Bin Laden e Al-Qaeda. Il conflitto in Afghanistan inizia il 7 ottobre 2001. Vent’anni dopo, il 15 agosto 2021, i talebani entrano a Kabul e dichiarano l’Emirato Islamico.

Sensazione presentimento

La mattina del 28 maggio 1980, quarantuno anni fa,  il giornalista del Corriere della Sera Walter Tobagi, 33 anni, veniva ucciso a pochi passi da casa da uomini della Brigata XXVIII marzo, una formazione terroristica di estrema sinistra. La notte di Natale del 1978 aveva scritto una lunga lettera alla moglie, una sorta di testamento spirituale.

Italiani cattiva gente

Tra il 1941 e il ’43 i soldati inviati da Mussolini in Jugoslavia furono protagonisti di violenze, stupri e deportazioni i cui responsabili non vennero mai giudicati. Una mostra fotografica fa nuova luce. Con il patrocinio della Camera dei Deputati. “A ferro e fuoco. L’occupazione italiana della Jugoslavia 1941-‘43”. Visitabile sul sito www.occupazioneitalianajugoslavia41-43.