«Non è lei che gli è soggetta ma lui. Non si accorge forse di come egli soffra per lei? Lei non ha nulla da temere, la sua coscienza è netta. Vergogna e paura deve provarle lui, se lei lo smaschera. Ma lei non lo farà mai. Per farlo le manca l’abiezione, la forza che Komarovskij ha nei confronti dei sottoposti e dei deboli.
Ecco qual è la differenza fra loro. Ed è questo che rende spaventosa la vita. Con che cosa colpisce la vita? Col tuono e col fulmine? No, con gli sguardi obliqui e i mormorii delle calunnie. Tutto in essa è perfidia e doppiezza. Le basta tendere un filo, esile, come una ragnatela, ed è finita, prova a tirarti fuori dalla rete! Ti ci invischi sempre più. E sul forte hanno la meglio il debole e l’abietto.» (Borís Leonídovič Pasternàk: Il dottor Živago – Feltrinelli Editore, 1958)