Fake news? Macché, high design

 

UNO. Lunedì 23 gennaio 2017: “Kellyanne Conway, stratega politica del Partito Repubblicano statunitense e una dei principali consiglieri del presidente Donald Trump, durante la trasmissione televisiva Meet the Press di NBC ha difeso il comportamento del portavoce della Casa Bianca Sean Spicer, che sabato ha attaccato i media americani e ha sostenuto che abbiano mentito sulla cerimonia di insediamento di venerdì scorso, a suo dire quella a cui hanno partecipato più persone nella storia. Non è stato così: molte foto aeree hanno mostrato che c’erano molte meno persone rispetto a praticamente tutte quelle precedenti, e anche meno di quelle alla Women’s March di sabato. Conway ha detto, parlando con il moderatore di Meet the Press Chuck Todd, che stava accusando Spicer di essere salito sul podio della sala stampa della Casa Bianca e avere detto una falsità nel suo primo giorno:

Non essere troppo drammatico sulla questione, Chuck. Tu dici che è una falsità, ma loro hanno dato – Sean Spicer, il nostro portavoce della Casa Bianca – ha dato dei fatti alternativi.”

Todd ha subito interrotto Conway, dicendole: «I “fatti alternativi” non sono fatti, sono falsità»”. (da il Post.it)

DUE. «Quel che di sicuro è accaduto nel Game, a causa della sua bassa densità, è che la dinamicità delle verità è diventata più importante della loro esattezza. In termini elementari: vale di più una verità inesatta ma con un design adatto ad attraversare il Game, che una verità esatta ma lenta nel muoversi e incapace di schiodarsi dal punto in cui è nata. […] Per inciso, è questo il problema, oggi, della sinistra nel mondo. Ammesso che abbia delle soluzioni ai problemi della gente, non sa comunque formularle in modo aerodinamico: sono tutte ferme, quindi morte. Non c’è una sola convinzione di sinistra su temi come l’Europa, l’immigrazione, la sicurezza o la giustizia sociale che abbia un minimo di aerodinamicità. Che presunzione pazzesca.

Gli altri, i populisti in testa, sono invece bravissimi, nel design. Non sto qui a giudicare se le loro siano soluzioni più efficaci o disastrose: ma certo le disegnano in un modo per cui sfrecciano nel Game che è un piacere. E non è solo questione di tweet o di slogan facili: l’aerodinamicità nasce altrove, molto prima. […] Correre ai ripari dopo, cercando un buon storytelling o ingaggiando bravi spin doctor è abbastanza penoso. Le idee devono NASCERE aerodinamiche, o non lo saranno mai.» (Alessandro Baricco, The Game – Einaudi Stile Libero, 2018 – pagg. 293-296)

TRE. «Qualcuno ci aiuti a capire. Se Zingaretti inciampa sulle consonanti e dice alla radio che bisogna rilanciare il Pci, anziché il Pd, gli danno del nostalgico dell’Armata Rossa, tirando in ballo Stalin o quantomeno Freud. Se però il giorno dopo esalta in un tweet Barbara D’Urso invece di Che Guevara, fioccano subito i richiami indignati a Berlinguer. Che cosa deve fare quel pover’uomo nella sua eroica presa di distanza dai cosiddetti intellettuali di sinistra, che schifano gli avversari e arricciano il naso di fronte a qualsiasi cosa che incontri il gradimento di più di tre persone?

Eppure, a voler essere proprio pignoli, appoggiare la popolare conduttrice delle tv di Berlusconi non era ieri l’unico modo per schierarsi al fianco delle masse. Si poteva aggiungere un riferimento alla bazzecola denunciata dal procuratore capo di Milano: sessantamila fattorini che da un anno portano cibi e oggetti nelle nostre case senza alcuna tutela contrattuale. «Sono cittadini, non schiavi», ha tuonato il dottor Greco (non Zingaretti, eh, sia chiaro). Un tempo, ai partiti di sinistra i lavoratori sfruttati interessavano parecchio. Non dico quanto i presentatori televisivi, ma quasi. Accennare al loro destino nel tweet in difesa della D’Urso, o addirittura in un tweet apposito, è una di quelle classiche cose che ci si aspetterebbe da un segretario del Pci, del Pd, di qualunque P. Altrimenti, nel dubbio se parlare prima della D’Urso o dei fattorini, esiste sempre il lodo Draghi. Stare zitti.» (Massimo Gramellini – Corriere della Sera, 25 febbraio 2021)

Gentile dottor Gramellini, può darsi invece che Zingaretti, invece di tenere a debita distanza certi cosiddetti “intellettuali di sinistra” come da lei ipotizzato, al contrario abbia ascoltato i consigli di uno di loro, scambiandolo davvero per un artista. Ne è forse nato uno storytelling dal design aerodinamico e adatto ad attraversare il Game (!?). Se poi il contenuto è infine equivalente a quello della più famosa opera di Piero Manzoni, che importanza ha? Tutto sommato, dall’etichetta apposta sui rispettivi prodotti non si nota nulla. Ad essere proprio pignoli, la sola differenza è che Manzoni lo era per davvero, un artista. Mentre gli altri sono solo “fatti alternativi”. Però aerodinamici.

Il brano Sogno-B di Daniele Silvestri è contenuto nell’album Il Dado (1996)

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