«NIENTE PIÙ LUCA BOTTURA SU REPUBBLICA. DOMENICA INFATTI LA SUA RUBRICA #BRAVIMABASTA È USCITA PER L’ULTIMA VOLTA SUL QUOTIDIANO DIRETTO DA MAURIZIO MOLINARI E PASSATO ORMAI MESI FA NELLA GALASSIA AGNELLI-ELKANN, CHE HANNO PRESO IL CONTROLLO DEL GRUPPO GEDI.
L’ennesimo congedo dal glorioso giornale della sinistra ‘liberal’ italiana, che dopo la fine della gestione De Benedetti ha dovuto fare i conti con addii pesanti come quello di Gad Lerner, Bernardo Valli, Alessandro Gilioli, Enrico Deaglio e Pino Corrias.» (da lagone.it)
«L’addio di Luca Bottura, intelligente e pungentissima penna di Repubblica, ormai ex, annunciato con una certa vis polemica “per motivi personali”, rende nota una certa morte lenta dell’informazione fatta con spirito critico nell’Italia dei direttori di giornali figli di direttori di giornali. Luca Bottura ha annunciato l’addio con un post su Twitter che sa più di quello che non dice e che vi mostriamo qui sotto [in questo post, sopra]. » (da gaiaitalia.com)
Manteniamo il no comment sulle vicende di Repubblica-Tafazzi, anche perché esse si commentano abbondantemente da sole.
Ma chi è Luca Bottura? Probabilmente non tutti lo conoscono. Sul suo sito, lucabottura.net, si presenta così:
Chi sono:
Nato a Bologna il 18 settembre 1967, giornalista, titolare di una rubrichetta settimanale sul Corriere della Sera (Makaroni) solo perché il caporedattore e il suo vice sono amici suoi, ex cronista sportivo de l’Unità e redattore di Cuore quando lo dirigeva Michele Serra, Luca Bottura è un giovane autore di satira da almeno vent’anni.
Siccome scrive anche per la tv, ha avuto come agente Lele Mora e una volta ha pranzato con Costantino Vitagliano e Gene Gnocchi. Simona Ventura pensa di lui che sia un poco di buono solo perché a Quelli che il calcio mise il Guttalax nel beverone di un astrologo gay ma piuttosto antipatico.
E’ stato autore di Francesco Giorgino.
In seguito ha turlupinato, spacciando per nuove battute scongelate anni fa, Enrico Bertolino, Victoria Cabello, Adriano Celentano, Maurizio Crozza, Antonio Cornacchione, Geppi Cucciari, Fabio Volo, Fabio Fazio e molti altri comici e conduttori il cui cognome casualmente spesso inizia con la “C” (probabilmente perché senza una bella botta di “C” farebbe ancora il ragazzo immagine in una sala bingo).
Conduttore radiofonico per mancanza di prove (“Tagliobasso” su Radiodue, “Mi dia del Play” su Playradio, “Lateral” su Radio Capital), una volta ha vinto il Premio di Satira di Forte dei Marmi come co-autore di un programma del suo idolo Rocco Tanica. Che lo ha licenziato.
Tre anni dopo l’ha rivinto per “Mission to Marx”, dizionario satirico della sinistra, al solo scopo di avere un argomento con cui zittire i pentastellati che lo tacciano di intelligenza con il nemico (entrambi, intelligenza e nemico, dati da tempo per dispersi).
Ha scritto anche il libro “Tutti al Mare Vent’Anni Dopo”, vendutissimo nei negozi di scherzi di Carnevale.
Ha detto di lui Enrico Vaime: “Non so chi sia”.