« È un bacio “non consensuale” dato mentre la donna dorme. Una molestia. Fa discutere in America l’attrazione di Disneyland dedicata a Biancaneve. Appena rinnovata in occasione della riapertura del parco californiano di Anaheim, conclude la sua corsa con il famoso bacio del Principe azzurro, grazie al quale, come nel film del 1937, la ragazza si risveglia dall’incantesimo della strega.
«Quel bacio non può essere vero amore, se solo una persona sa ciò che sta avvenendo» ha scritto il giornale online San Francisco Gate, «perché non si è immaginato un finale che evitasse questo problema?». Un attacco che per alcuni è un caso di cancel culture.» (la Repubblica, 5 maggio 2021)
«C’era una volta, a Disneyland, una giostra dove i bambini assistevano alla favola di Biancaneve. Nell’ultima scena la Strega Cattiva si sfracellava precipitando da una rupe e ai maghi e alle fate del Politicamente Corretto parve un finale troppo punitivo nei confronti di una donna discutibile, ma pur sempre bullizzata in gioventù. Così approfittarono della chiusura del parco-giochi durante una pandemia per cambiare la scena. Il capitombolo della Strega Cattiva scomparve e il suo posto venne preso dal bacio con cui il Principe Azzurro risvegliava Biancaneve dall’incantesimo della mela avvelenata.
E vissero tutti felici e contenti, fino a quando a Disneyland non giunsero due giornaliste: quale fu la loro sorpresa nell’accorgersi che il Principe baciava Biancaneve senza chiederne preventivamente il consenso! «È questo che vogliamo insegnare ai bambini?», scrissero indignate su un giornale di San Francisco. (Si sa che Weinstein cominciò a ribaltare divani da piccolo, dopo avere visto il Principe Buzzurro sbaciucchiare Biancaneve in tv). C’era un problema, però. Per dare il suo consenso Biancaneve avrebbe dovuto svegliarsi dall’incantesimo. Ma per svegliarsi dall’incantesimo era necessario che l’altolocato molestatore la baciasse. Non bastava un caffè doppio o una radiosveglia con la voce di Mara Maionchi. Fu così che la favola rimase sospesa in attesa del lieto fine e il Principe, a forza di aspettare, si appisolò anche lui. Speriamo che prima o poi qualcuno si svegli.» (Massimo Gramellini – Corriere della Sera, 5 maggio 2021)
A questo punto, prima di passare per complici e in nome del politicamente corretto (nonché della moderna cancel culture) conviene denunciare pubblicamente un altro principe stupratore: quello della Bella Addormentata nel Bosco. Ma davvero davvero nessuno ci aveva ancora pensato?
(Non dimentichiamoci inoltre di Hans Christian Andersen, il quale, con la sua ambigua favola dal titolo “La Principessa sul pisello allude a doppi sensi fallocentrici. Che dire poi di…)
Ma per fortuna anche questa volta la giustizia trionfa: «Eh no, care signore e cari signori. Il caso del Principe azzurro va chiuso qui e, quindi, novello Émile Zola, alzerò la penna in sua difesa restituendogli l’onor perduto! Il bacio del Principe azzurro è stata una condotta dovuta, doverosa e imposta dalla legge penale, altro che mancanza di consenso! In caso contrario sarebbe stato, infatti, responsabile di omissione di soccorso ex art. 593 c.p., reato che, tra le altre condotte omissive penalmente rilevanti, punisce chi, trovando un corpo umano che sia o sembri inanimato (…) omette di prestare l’assistenza occorrente o di darne immediato avviso all’Autorità.» (Stefano Putinati professore associato di Diritto penale, Università di Parma – il Foglio Quotidiano, 6 maggio 2021)
Il Principe azzurro è quindi scagionato; grazie professore.