La realtà non esiste

Il Metaverso, che sta per «meta» (oltre) e «verso» (universo), è un luogo virtuale in cui si entra scaricando un’applicazione per Pc, tablet o smartphone, attraverso un browser (come Google Chrome), oppure indossando un visore o occhiali per la realtà aumentata. Sono ambienti tridimensionali, frequentati con un avatar, in cui gli utenti possono interagire tra loro: la promessa è quella di fornire un’esperienza immersiva, cioè di avere l’impressione di muoversi proprio dentro a un mondo reale. (Milena Gabanelli e Simona Ravizza)

Vediamo qualche esempio.

“Il fondatore del pensiero di destra in Italia è stato Dante Alighieri: la destra ha cultura, deve solo affermarla”, ha affermato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano intervistato da Pietro Senaldi nel corso della kermesse milanese di FdI, “Pronti, candidati al via”. “Quella visione dell’umano della persona la troviamo in Dante – ha aggiunto Sangiuliano – ma anche la sua costruzione politica credo siano profondamente di destra.» (ANSA). Successivamente, il sottosegretario alla Cultura del Governo Meloni, Gianmarco Mazzi, ha parlato della necessità di  «un cambio della narrazione del Paese».

Nel gennaio 2017 Kellyanne Conway, stratega politica del Partito Repubblicano statunitense e una dei principali consiglieri dell’allora presidente Donald Trump, ha detto, parlando con il moderatore di Meet the Press Chuck Todd, che stava accusando il portavoce Spicer di essere salito sul podio della sala stampa della Casa Bianca e avere detto una falsità nel suo primo giorno: «Non essere troppo drammatico sulla questione, Chuck. Tu dici che è una falsità, ma loro hanno dato – Sean Spicer, il nostro portavoce della Casa Bianca – ha dato dei fatti alternativi.» Todd ha subito interrotto Conway, dicendole: «I “fatti alternativi” non sono fatti, sono falsità».

Del resto, a sinistra le proposte comunicative di – ahimè – “prestigiosi” intellettuali d’area, come Alessandro Baricco, suonano come segue: «… è che la dinamicità delle verità è diventata più importante della loro esattezza. In termini elementari: vale di più una verità inesatta ma con un design adatto ad attraversare il Game, che una verità esatta ma lenta nel muoversi e incapace di schiodarsi dal punto in cui è nata. […] Per inciso, è questo il problema, oggi, della sinistra nel mondo. Ammesso che abbia delle soluzioni ai problemi della gente, non sa comunque formularle in modo aerodinamico: sono tutte ferme, quindi morte. Non c’è una sola convinzione di sinistra su temi come l’Europa, l’immigrazione, la sicurezza o la giustizia sociale che abbia un minimo di aerodinamicità.» (Alessandro Baricco, The Game – Einaudi, 2018) Il tema non sarebbe quindi quello di comunicare  realtà e verità di contenuti (magari critici rispetto al cosiddetto “senso comune”, che notoriamente non ha nulla in comune con il buon senso) bensì quello di creare uno “storytelling dal design aerodinamico adatto ad attraversare il Game”! D’altra parte, il precedente ministro della Cultura non rispondeva forse al nome di Dario Franceschini…?

La storia è vecchia come il mondo e si è ripetuta un’infinità di volte, magari declinandola in modalità diverse, ottenendo sempre il medesimo risultato. Per esempio nell’Unione Sovietica staliniana:

“Sagajdak aveva un talento particolare in questo campo. Aveva lavorato a lungo in un giornale, prima a capo dell’informazione, poi dell’agricoltura, dopo di che aveva diretto un quotidiano ucraino per un paio d’anni. Riteneva che lo scopo del suo giornale fosse di educare il lettore, non di subissarlo di informazioni caotiche su ogni sorta di eventi, spesso fortuiti. Se il direttore Sagajdak riteneva giusto sorvolare su un qualche avvenimento, non parlare di un’annata di pessimi raccolti, di un poema ideologicamente fiacco, di un quadro formalista, di una moria di bestiame, di un terremoto o di una nave che era affondata, se decideva che un incendio immane in una miniera o un’onda anomala che aveva spazzato via in un attimo migliaia di persone dalla faccia della terra non erano degni di nota, quei fatti perdevano ogni valore e dunque non dovevano interessare lettori, giornalisti e scrittori. Gli era capitato di spiegare a modo suo alcuni fatti della vita, ed era capitato che fossero spiegazioni quanto mai ardite, insolite, contrarie al buon senso. Ma era sua opinione che la sua forza di direttore, la sua esperienza, la sua capacità, si esprimessero proprio nel far arrivare ai lettori opinioni necessarie e utili alla loro istruzione.” [da “Vita e destino (Stalingrad Vol. 2”) di Vasilij Grossman)]

La nostra narcisistica, impresentabile classe dirigente e/o intellettuale sembra scoprire “I barbari” e l’acqua calda ogni volta che riesce ad assumere nuove cariche nonché la visibilità che ne consegue in automatico. Eppure, già Tommaso Marinetti, all’inizio del secolo scorso, lo aveva gridato ai quattro venti con i suoi “manifesti futuristi”: «la vita moderna necessita di tempi adatti, il ritmo viene dettato non dalla meditazione sul passato ma dalla consumazione del presente. La modernità impone un tipo di logica che non guarda alla qualità dell’opera ma al suo uso, alla necessità di coinvolgere un pubblico di massa, all’aspetto di novità che esibisce. Marinetti ha capito quali sono i meccanismi di un lettore che vuole diventare protagonista, che non ha tempo per scegliere ma vuole essere sollecitato in emozioni elementari, sentirsi immerso in esperienze limite. […] Solo alcuni grandi poeti come Apollinaire o Ungaretti capiranno invece che la vera sfida è quella di conciliare, come diceva Bergson, materia e memoria, cioè salvare il passato rendendolo attuale e anzi facendone emergere quello che contiene di più interessante per il presente.» (Marco A. Bazzocchi)

«”Secondo la fisica il calabrone non potrebbe volare. Eppure vola”.  Tutto è falso in quel presunto paradosso della natura che la credulità popolare attribuisce al più famoso dei geni. È falso che sia farina di Albert Einstein. È falso che il calabrone scompigli le leggi della fisica. È falso perfino il calabrone, perchè colui che sollevò il dubbio pensava in effetti ad un altro insetto, il Bombus terrestris, imenottero meglio noto col nome di bombo e diventato calabrone soltanto per noi italiani in seguito ad un banale errore di traduzione. E falso è pure che il bombo voli contro natura, comunque sia. Di quel paradosso è vero soltanto che in un libro del 1934 intitolato Le Vol des Insects, lo zoologo e ingegnere aeronautico Antoine Magnan scrisse di aver applicato al bombo le leggi di resistenza dell’aria giungendo alla conclusione – errata – che il suo volo è impossibile. Eppure quando qualcuno ripesca questa storia, in tanti ci ricascano ammaliati. (…) [Ennio Flaiano] non mancherebbe poi di rimarcare che poco o niente importa che la storia sia falsa, perché a nessuno interessa più la verità delle cose, a meno che la verità non coincida con il proprio comodo.» (Tommaso Pincio – Domani, 14 febbraio 2023)

Per esempio, se scopro che mio nonno era in realtà un impunito criminale nazifascista, la verità cui darò importanza non sarà quella relativa al pericoloso assassino, bensì al più accomodante ed amorale contesto familiare, nel quale tutto viene comunque giustificato a prescindere. Del resto, come scrive Pirandello: «Ci fosse fuori di noi, per voi e per me, ci fosse una signora realtà mia e una signora realtà vostra, dico per se stesse, e uguali, immutabili. Non c’è. C’è in me e per me una realtà mia: quella che io mi do; una realtà vostra in voi e per voi: quella che voi vi date; le quali non saranno mai le stesse né per voi né per me. E allora? Allora, amico mio, bisogna consolarci con questo: che non è più vera la mia che la vostra, e che durano un momento così la vostra come la mia. (…) “Ma sì! è qui tutto”, pensavo, “in questa sopraffazione. Ciascuno vuole imporre agli altri quel mondo che ha dentro, come se fosse fuori, e che tutti debbano vederlo a suo modo, e che gli altri non possano esservi se non come li vede lui”» (Luigi Pirandello – Uno, nessuno e centomila)

Vero, non ci sono fatti ma solo interpretazioni; tuttavia è anche vero che la verità più comoda per noi di norma è anche la più falsa ed immorale rispetto alla cruda realtà della vita.

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