Non ci volevo credere, eppure è vero. Nel paginone centrale della “Cultura” di Repubblica, oggi giovedì 19 novembre 2020, (vedi sopra) compare una “critica letteraria” al volume dei Classici Meridiani Mondadori dedicato (dopo Dante e Kafka, Proust, Baudelaire, ecc.) a Eugenio Scalfari: La passione dell’etica. Scritti 1963-2012. Autore del saggio, un intellettuale al di sopra delle parti, Eugenio Scalfari:
«Cari lettori del giornale che ho fondato tanti anni fa e che ha avuto, dopo i primi vent’anni, altri direttori che lo hanno guidato come me e forse anche meglio di me. Esiste una lunga narrazione di questa vicenda che ha interessato gran parte della mia vita vissuta, ora che ho quasi raggiunto i 97 anni. Il volume dei Meridiani di cui vi voglio parlare è di grande interesse: un racconto di quasi duemila pagine con una documentazione eccezionalmente elaborata e di assoluta oggettività: a volte il giudizio sul mio lavoro è molto favorevole, altre volte è decisamente negativo. Insomma è un documento che raccoglie non soltanto la mia storia privata ma anche la storia culturale complessiva del nostro Paese e dei Paesi vicini che hanno condiviso la storia italiana.
Non sempre questo è vero, anzi spesso è vero il contrario: è la storia italiana ad aver condiviso nel bene e nel male quella europea e col passare dei secoli addirittura quella mondiale. Questo libro offre il vantaggio di esporre con la massima obiettività tutte queste vicende. Il mio è stato un lavoro di testimonianza dei fatti che si sono succeduti dalla metà del Novecento fino ad oggi. Spero vivamente che la storia contenuta nel volume aiuti il lettore appassionato ai temi della politica, dell’economia, della cultura, della moralità, delle virtù e dei vizi.
Il Meridiano a me intitolato comincia con una prefazione di Alberto Asor Rosa. Mi permetto di dire: è bellissima, molto oggettiva e altrettanto acuta nelle motivazioni e nei giudizi. Ecco alcuni passaggi fondamentali che vale la pena citare. «Scalfari fa cominciare la sua meditazione dal momento in cui ha la percezione che il suo viaggio volga alla fine. Osservando l’autore per coglierne le caratteristiche psicologiche e culturali c’è da notare che il suo carattere è al tempo stesso saturnino e mercuriale: due aspetti profondamente diversi l’uno dall’altro e questa è una vera e propria ricchezza per quanti riescono a congiungere nella loro vita aspetti di malinconia e di forza allegra. È rara questa congiunzione ma notevolmente importante. Furono i tratti dominanti di una società moderna che ebbe inizio nel 1400 e ancora oggi, sia pure con profondi cambiamenti, dà il tono alla nostra attuale esistenza».
La prefazione di Asor Rosa non finisce qui ma proseguirei analizzando il volume in prima persona. Gli argomenti sono molteplici e mi sembra assai difficile esaminarli tutti. Bisogna cogliere la sostanza di quanto è accaduto e non tanto perché io ne sia allegro o disperato, contento o dolente. Debbo cercare di essere oggettivo anche perché ho lavorato sempre su temi che hanno coinvolto un vasto pubblico di persone più giovani di me. E anche ora che ho una certa età ho mantenuto una certa modernità: non uso a caso questo termine, la modernità non invecchia mai per definizione.
Vorrei formulare alcuni altri sentimenti che, insieme alla modernità, incidono sulle comunità: la moralità, la rivalità, l’amore, l’amicizia, l’odio, l’invidia, la pietà, la crudeltà, la fantasia, il riconoscimento dell’Io, il confronto con Dio, la famiglia, la patria, la guerra e la pace, la sconfitta e la vittoria, l’altruismo e l’egoismo. Questi più o meno sono i sentimenti che determinano l’essere delle creature umane. Come vedete sono in gran numero ma poi c’è sempre una prevalenza degli interlocutori: l’Io, Dio, Narciso, il Destino. Questo è il terreno sul quale dovremo muoverci. Cominciare non è facile ma è l’operazione che abbiamo deciso di intraprendere.» […]
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