L’eremita e il pirata

«È cosa certa che in un determinato momento spaziotemporale il colore del proprio credo, delle proprie cravatte, delle proprie parole, dei propri occhi, pensieri e comportamenti si imbatterà nella disapprovazione fatale di una folla  che odia quella particolare tonalità. E tanto più brillante, quanto meno convenzionale sarà l’individuo, tanto più sarà esposto al rogo. Stranger, diverso, fa rima con danger, pericolo. Il mite profeta, l’incantatore nella sua spelonca, l’artista indignato, lo scolaretto che non si conforma sono tutti ugualmente minacciati dallo stesso sacro pericolo.» (Vladimir Nabokov)

«Noi siamo tenuti, per certo, a misurarci e a provocarci con l’estremo, ma altresì probabilmente vincolati a non pronunciare questo estremo prima del suo passaggio nell’opera d’arte, a non dividerlo, a non comunicarlo, come unicum che nessun altro capirebbe, né potrebbe capire. Come delirio personale, per così dire, esso deve entrare nell’opera, per conquistare validità nel suo interno, indicarne la legge come un disegno innato che diventa visibile soltanto nella trasparenza del fatto artistico.» (Rainer Maria Rilke)

«… non c’è scampo per i deboli di spirito; raccontando a te stesso normali fandonie, non fai che attenerti a una normalità inesistente; in tal caso la vita è solo ciò che tu sei “incline a credere”, e non approdi a nulla.» (Saul Bellow)

«Mi piace navigare su mari proibiti e scendere su coste barbare. Non ignorando ciò che è bene, sono svelto nel percepire un orrore, e tuttavia, se mi è concesso, non me ne ritraggo. Perché non è che bene sapere essere amico di tutti gli ospiti del posto in cui si abita.» (Herman Melville)

«Ci fosse fuori di noi, per voi e per me, ci fosse una signora realtà mia e una signora realtà vostra, dico per se stesse, e uguali, e immutabili. Non c’è. C’è in me e per me una realtà mia: quella che io mi do; una realtà vostra in voi e per voi: quella che voi vi date; le quali non saranno mail le stesse né per voi né per me. E allora? Allora, amico mio, bisogna consolarci con questo: che non è più vera la mia che la vostra, e che durano un momento così la vostra come la mia.» (Luigi Pirandello)

«L’uomo scopre nel mondo solo ciò che ha già dentro di sé, ma ha bisogno del mondo per scoprire ciò che ha dentro di sé. A ciò però sono necessarie l’azione e la sofferenza…» (Hugo Von Hoffmannsthal)

«Visto abbastanza. La visione si è avuta ad ogni aria. Avuto abbastanza. Brusio delle città, la sera, e al sole, e sempre. Conosciuto abbastanza. Le decisioni della vita. O Brusii e Visioni! Partenza nell’affetto e nel rumore nuovi!» (Arthur Rimbaud)

«Oh! ricordo!: ero giovane, la mano non mai quieta poggiata a sostenere il viso indeciso, gentile di ansia e di stanchezza. Prestavo allora il mio enigma alle sartine levigate e flessuose, consacrate dalla mia ansia del supremo amore, dall’ansia della mia fanciullezza tormentosa assetata. Tutto era mistero per la mia fede, la mia vita era tutta un’ansia del segreto delle stelle, tutta un chinarsi sull’abisso. Ero bello di tormento, inquieto pallido assetato errante dietro le larve del mistero.

Poi fuggìi. Mi persi per il tumulto delle città colossali, vidi le bianche cattedrali levarsi congerie enormi di fede e di sogno colle mille punte nel cielo, vidi le Alpi levarsi ancora come più grandi cattedrali, e piene delle grandi ombre verdi degli abeti, e piene delle melodie dei torrenti di cui udivo il canto nascente dall’infinito del sogno. Lassù tra gli abeti fumosi nella nebbia, tra i mille e mille ticchettìi le mille voci del silenzio svelata una giovine luce tra i tronchi, per sentieri di chiaríe salivo: salivo alle Alpi, sullo sfondo bianco delicato mistero. Laghi, lassù tra gli scogli chiare gore vegliate dal sorriso del sogno, le chiare gore i laghi estatici dell’oblío che tu Leonardo fingevi.» (Dino Campana – dai Canti Orfici – La notte)

«Sicché durante le notti insonni il pensiero si volge ora all’eremita ora al pirata, nei quali rivivevano due atteggiamenti fondamentali che mi sono stati propri fino ad ora, e se riesamino la mia vita mi pare di essere stata, come loro, sempre fuori del consorzio civile, nell’una veste o nell’altra, solo provvisori e fragili accomodamenti con esso. E mi chiedo chi dei due, l’eremita o il pirata, introduca nel consorzio civile maggiori elementi di caos – di dubbio sulla propria legittimità. Forse, secondo una percezione immediata e collettiva, il pirata, ma alla lunga diventa più inquietante l’eremita, perché toglie valore a quanto più credi. L’insidia violenta del pirata attenta ai tuoi beni e alla tua stessa vita, mentre quella silenziosa dell’eremita al senso stesso dei tuoi beni e della tua vita, introducendovi la consapevolezza della vanitas.» (Fabrizia Ramondino: L’isola riflessa – Einaudi, 2017))

La distanza tra la vita e la parola, spezzone dal dal film ‘Morte di un matematico napoletano‘ di Mario Martone, 1992 (storia di Renato Caccioppoli: Napoli, 1904 – 1959) – Il brano Horse Tears dei Goldfrapp è contenuto nell’album Felt Mountain (2000)

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