Charlotte Ward, una ricercatrice indipendente sulla spiritualità “alternativa” (credenze religiose al di fuori dei gruppi convenzionali) nel 2009 ha iniziato a notare online un ibrido tra i nuovi complottismi e la cultura New Age. Due anni dopo ha coniato un nuovo termine, “cospirituality”, traducibile in “cospiritualità”, ibrido tra cospirazione e spiritualità. In un articolo intitolato “The Emergence of Conspirituality”, sul Journal of Contemporary Religion, ha quindi fatto notare l’enfasi posta su modelli e connessioni sia nella cultura del complotto che nelle credenze spirituali alternative. Cioè: niente è come sembra e niente è un incidente.
“Queste visioni del mondo rendono rispettivamente la vita pubblica e personale meno soggetta a forze casuali e in ciò risiede parte del loro fascino”, scrive Ward. La “cospiritualità” è una “filosofia politico- spirituale basata su due convinzioni” – una fondamentale per le teorie del complotto e l’altra radicata nei sistemi di credenze New Age: “1) un gruppo segreto controlla segretamente, o sta cercando di controllare, l’ordine politico e sociale; 2) la coscienza dell’umanità sta attraversando un “cambiamento di paradigma”. I sostenitori di questa “filosofia” credono che la migliore strategia per affrontare la minaccia di un “nuovo ordine mondiale totalitario” sia una visione del mondo basata su questo “nuovo paradigma”.
Nel frattempo, sono sempre più attivi gruppi spirituali pseudoscientifici che adeguano i temi QAnon ai non americani.
È stato chiesto a Giorgio Parisi – fisico e accademico italiano, premio Nobel per la fisica nel 2021 per i suoi studi sui sistemi complessi – se i No vax lo preoccupano. Questa la sua risposta: «Parliamo di una percentuale piccola di persone, si fermerà al 10-15%, ma ci fa capire che abbiamo un problema. Un secolo fa si pensava che la scienza avrebbe reso migliore il nostro futuro. Oggi questa fiducia non c’è più. Dubitiamo che le nostre condizioni miglioreranno e, consciamente o no, diamo la colpa alla scienza. È vero che la nostra situazione è critica su molti fronti, ma per uscirne abbiamo bisogno di più scienza, non di meno scienza. Questo è particolarmente vero per il cambiamento climatico, che dovrebbe vedere un impegno maggiore anche da parte dell’Italia».
Come scrive Luciano Fontana sul Corriere della Sera del 18 ottobre 2021: «In questi giorni di scontri, proteste e assalti spesso dimentichiamo (qualche volta anche noi che facciamo informazione) che siamo alle prese con una minoranza della minoranza che vorrebbe imporre agli altri la propria ideologia e i propri pregiudizi. Nel mondo digitale alcuni di noi vivono in una bolla in cui si cercano solo e sempre conferme alle proprie certezze, anche quando queste sono basate su notizie false, anche quando le opinioni non hanno alcun fondamento fattuale e scientifico e vengono utilizzate solo come pietre da scagliare in testa ai propri nemici. Nei meandri della Rete ci sarà sempre uno studio o un presunto esperto che può confortarti dandoti ragione contro ogni evidenza scientifica. E in base a questo ti convinci che devi imporre il tuo credo a tutti gli altri. È un’incredibile idea della libertà e dei diritti, un egoismo ideologico, in qualche caso violento, che dobbiamo isolare con pazienza e determinazione.»
C’è un libro di Marco D’Eramo dal titolo “Lo sciamano in elicottero” (Feltrinelli, 1999). Contiene una raccolta di articoli e – nella seconda parte – tre saggi; uno dei quali dà il titolo al libro e tratta la crisi della scienza, il tramonto del razionalismo e il dilagare della credulità: descrive uno stregone dell’Asia centrale che pratica la magia; che però per spostarsi preferisce usare l’elicottero.
Il problema è che aumentano a vista d’occhio gli “sciamani in elicottero” i quali – pur essendo minoranza – una volta atterrati pontificano indignati sulla libertà: la loro, naturalmente, non certo la nostra. Davvero una strana idea di libertà.