Una questione privata
C’è questa fissazione, in particolare fra chi possiede un talento scientifico e non capacità artistiche, a voler ridurre l’arte a scienza. Ma è una sfida persa in partenza.
C’è questa fissazione, in particolare fra chi possiede un talento scientifico e non capacità artistiche, a voler ridurre l’arte a scienza. Ma è una sfida persa in partenza.
Il gossip da riciclo della D’Urso con Vittorio Sgarbi che inscena il solito casino che tutti contano rifaccia.
«Un’esperienza che penso facciate tutti è la profonda indifferenza che noi proviamo verso i sogni degli altri. Persone veramente temibili sono quelle che ci avvicinano e ci dicono: “Ho fatto un sogno” e cominciano a…
Nel 1928 Virginia Woolf tenne due conferenze a Newnham e Girton, college femminili dell’Università di Cambridge. L’anno dopo, e precisamente il 24 ottobre 1929, venne pubblicato per la prima volta Una stanza tutta per sé (A…
In verità, in verità, io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non morrà, rimarrà solo; ma se morirà, darà molto frutto. (Vangelo di San Giovanni, XII, 24) Fëdor Dostoevskij ha posto…
Omaggio a Claudio Lolli
UNO. Carlo Michelstaedter riteneva che la normale vita umana si appoggi su illusioni che tendono in primo luogo ad allontanare il dolore e l’ossessione della morte nonché a creare apparenti sicurezze. Pensava che a queste…
Questa “comunicazione commerciale” è comparsa in TV tre giorni fa, 26 settembre 2019, tre mesi prima del 25 dicembre. Serve commentare?
La confusione dei nostri tempi, come quella di tutti gli altri, genera paura. Il mezzo più semplice per esorcizzarla è la banalità della semplificazione, da cui deriva un’impressione di controllo. Ma la realtà del mondo è un garbuglio, un groviglio che bisogna invece rappresentare nella sua complessità. Inseguire rassicuranti ma illusorie narrazioni della vita e del mondo significa ingannare se stessi e gli altri.
Gli ignavi favoriscono la meschinità, la corruzione, il sopruso. E non si sentono per niente colpiti o implicati. Gli eventi accadono e basta. «La fatalità è la scusa che l’ignavia della non azione accampa a sua improbabile discolpa.»