Per chi fu creato il mondo

L’espressione mark twain è, in gergo nautico, il segnale per indicare la profondità dell’acqua di dodici piedi, ovverosia la profondità necessaria e sufficiente per la navigazione. Mark Twain è anche lo pseudonimo – nato in un’oscura redazione di un oscuro quotidiano di provincia in Nevada nel febbraio del 1863 – della prima superstar americana, come lo definì la rivista «Time» in una sua storica copertina.

«L’ultimo quarto di secolo della mia vita l’ho dedicato, con costanza e dedizione, allo studio della razza umana: ossia allo studio di me stesso, poiché nella mia persona si trova, compressa, tutta la razza umana.» Così dettava alla sua stenografa nei primissimi anni del Novecento Mark Twain – al secolo noto come Samuel Langhorne Clemens, nato a Florida nel 1835 e cresciuto nella vicina Hannibal, Missouri – in uno degli svariati abbozzi biografici che ne hanno contraddistinto la carriera letteraria negli ultimi quarant’anni di vita. Nello specifico ci si riferisce all’autobiografia curata dal segretario “storico” di Clemens, Albert Bigelow Paine, e pubblicata nel 1924, poco più di un decennio dopo la morte dello scrittore.

E così, come l’antico Diogene, il cinico di Hannibal finisce continuamente con lo sferzare e irridere la razza, e pare ricordare agli uomini di guardarsi anzitutto da se stessi, di considerare il fatto che la civiltà non è necessariamente progressiva, che la menzogna è l’abito che riveste la convenzione, che l’unico modo di cui l’uomo dispone per promuovere la causa della virtù e dell’indipendenza è la pratica della virtù e dell’indipendenza. (Alessandro Miliotti, curatore della raccolta di scritti “Comportati bene e resterai solo. Un manuale sulla dannata razza umana” di Mark Twain – Piano B Edizioni, 2014)

«… alla fine comparve la scimmia, e tutti capirono che l’uomo era ormai vicino. E andò proprio così. La scimmia continuò a svilupparsi per altri cinque milioni di anni, e quindi si trasformò in un uomo – almeno in apparenza. Questa è la storia. L’uomo è qui da 32.000 anni. Che ci siano voluti un centinaio di milioni di anni per preparargli il mondo è la prova che tutto ciò è stato fatto proprio per lui. Almeno credo, non lo so. Se la torre Eiffel rappresentasse oggi l’età del mondo, il velo di vernice sul pomo del pinnacolo posto alla sua sommità rappresenterebbe l’età dell’uomo; e chiunque capisce che è esattamente per quel velo di vernice che è stata costruita la torre. Almeno credo che lo capirebbe, non lo so.» (Mark Twain – da Il mondo fu creato per l’uomo?, 1903)

Sappiamo che David Foster Wallace il 21 maggio 2005 si rivolse ai laureandi  di Kenyon College, negli Stati Uniti raccontando una breve storiella in cui sono egregiamente illustrati il ruolo e la funzione della cultura:

”Ci sono due giovani pesci che nuotano e a un certo punto incontrano un pesce anziano che va nella direzione opposta, fa un cenno di saluto e dice: – Salve , ragazzi. Com’è l’acqua? – I due pesci giovani nuotano un altro po’, poi uno guarda l’altro e fa: – Che cavolo è l’acqua?”

Spiace constatare che la profondità dell’acqua rimane in media e come sempre del tutto insufficiente alla corretta navigazione del genere umano.

Il brano Stranger In A Room di Jamie xx è contenuto nell’album In Colour (2015)

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