Nonni italiani brava gente

“Famiglie! Vi odio! Focolari chiusi; porte serrate; geloso possesso della felicità”. È l’invettiva di André Gide, premio Nobel per la letteratura nel 1947, in “I nutrimenti terrestri”. Ma Gide ha scritto anche: “Credi in coloro che cercano la verità. Dubita di coloro che la trovano”. Il concetto di familismo amorale è stato introdotto da Edward C. Banfield nel 1958 per cercare di capire perché alcune comunità siano socialmente ed economicamente arretrate. Familismo perché l’individuo persegue solo l’interesse della propria famiglia nucleare, e mai quello della comunità che richiede cooperazione tra non consanguinei; a-morale perché si applicano le categorie di bene e di male solo tra familiari, e non verso gli altri individui della comunità.

Meritevole sarà lei!

Dice il professor Valditara che non riesce a capacitarsi delle critiche suscitate dalla nuova denominazione del suo dicastero: il Ministero dell’Istruzione e del Merito. Ma come? — si chiede — com’è possibile che sia bastato aggiungere la parola “merito” per scatenare questa polemica? Naturalmente il nuovo governo Meloni sa bene quello che fa, certi “intellettuali” sembra invece di no. Forse Thomas Mann può aiutarli a capire quale sia la vera posta in gioco. Ammesso che non l’abbiano davvero intuito.

Fedeltà vs lealtà

La fedeltà è cosa diversa dalla lealtà. Quest’ultima prevede la possibilità di dissentire. È per questo motivo che gran parte della nostra cosiddetta “classe dirigente” procede per cooptazione: affidabile, in politica, non significa persona che merita fiducia; significa persona che fa quello che vuoi, a tuo comando.